lunedì 7 gennaio 2013

AMICI PER SEMPRE, LA STORIA CHE HO SCRITTO IO

Ecco una piccola anteprima del libro Amici per sempre.Storie vere di animali con una delle due storie che ho scritto io. Si tratta della storia che ho dedicato alla mia cagnolina Lilli (si vede in retro copertina), mentre l'altra è per il mio gatto Tondo. Buona lettura

LILLI E TONDO di Lara Zavatteri


LILLI

La mia infanzia non sarebbe stata speciale senza gli animali. Ricordo che Lilli arrivò in una scatola, inaspettatamente portata da mio zio. Tornando da scuola, un giorno (frequentavo le elementari) guardai dentro la scatola e vi scorsi due batuffoli pelosi, uno nero e un po' bianco, l'altro color marrone chiaro. Erano due cuccioli, due bastardini, nati da Diana, la cagnetta di mio zio. Con mia grande sorpresa, scoprii che potevamo tenere uno dei due cagnetti, si trattava di decidere quale. Io a dire il vero avrei voluto tenerli entrambi, non sapevo decidermi tra l'uno e l'altro e mi parevano uno più bello dell'altro. Intanto, fantasticavo sul nome che avrei dato al cagnolino e pensai di chiamarlo Briciola: suonava bene e mi pareva buffo. Alla fine scelsi il cagnolino nero, che aveva delle chiazze bianche e qualcuna marrone ma in casa lo si battezzò con un altro nome: Lilli. Si trattava infatti di una cagnetta e da lì a pochi giorni, siccome mio zio abitava in Friuli, Lilli dovette salutare la mamma Diana e il fratello. Era ancora piccina e piangeva per quella separazione, pensavo tra me e me a come doveva sentirsi sola in quella casa nuova, senza i suoi affetti e mi dispiaceva per lei. Intanto i giorni passarono e Lilli si abituò un po' alla volta alla casa e alla sua nuova famiglia, dormiva nell'appartamento dove vivevamo io, i miei genitori, le mie sorelle e mio fratello e per questo non mancarono gli incidenti. La mamma allora la sgridava e Lilli correva a rifugiarsi sotto il letto. La raggiungevo e vedevo che era spaventata perché teneva il muso tra le zampe e si guardava in giro con gli occhi, con aria colpevole. Doveva capire che per i suoi bisognini sarebbe uscita tre volte al giorno e anche a questo si abituò con il tempo. Era una cagnolina golosa, la sua specialità preferita erano le meringhe, tanto che ne aveva una anche per il suo compleanno e la divorava contenta. Anch'io la portavo fuori, d'inverno pareva diventata pazza e correva sui prati ricoperti di neve tanto che al ritorno bisognava asciugarla tutta mentre nelle altre stagioni, come una talpa, scavava buche dalle quali riemergeva con il muso e le zampe completamente marroni, sporche di terra. Era brava a fare la guardia. Bastava che qualcuno si avvicinasse alla porta, prima ancora di bussare, che Lilli, sentendo i passi, iniziasse ad abbaiare come una forsennata. Quando lo zio arrivava per qualche giorno, Lilli poteva anche rivedere sua mamma, Diana, e sempre si facevano grandi feste. Purtroppo l'altro cagnetto non si vide più, perché venne rubato e di lui non sapemmo più nulla. Lilli aveva anche un piccolo scialle azzurro che le faceva da copertina, l'inverno, e mia madre aveva cucito anche un cappottino che le mettevamo quando fuori faceva molto freddo, anche se a lei dava un po' fastidio. Vissi con lei tutta la mia infanzia e molto di più. Fece amicizia anche, un anno dopo, con il gatto che battezzammo Tondo e si vollero sempre bene, quasi non fossero nemmeno cane e gatto. Lilli visse 19 anni, perciò ha accompagnato tanta parte della mia vita. È morta a casa, in cucina, per un blocco renale. Ho visto quando i suoi occhi si sono spenti e quando non ha respirato più. Allora ho pensato che un pezzo della mia vita era morto per sempre e che non sarebbe tornato più, è stato come perdere qualcuno di famiglia e ancora oggi, mentre scrivo, mi pare strano che non ci sia più. L'abbiamo sepolta in giardino, avvolta nel suo scialle color cielo. Invece il cappotto e il guinzaglio li abbiamo tenuti, anche se non serve niente di materiale per ricordare qualcuno a cui si è voluto così bene.

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