lunedì 4 marzo 2013

RACCONTO DI LARA ZAVATTERI SU AMICI PER SEMPRE.STORIE VERE DI ANIMALI



Pubblico qui un’anteprima, il mio racconto inserito in Amici per sempre. Storie vere di animali, sulla mia cagnetta Lilli. È il cane che si vede sul retro della copertina del libro, mentre il gatto è Tondo, anche lui fedele compagno di una vita.



LILLI E TONDO
di Lara Zavatteri

LILLI
La mia infanzia non sarebbe stata speciale senza gli
animali. Ricordo che Lilli arrivò in una scatola,
inaspettatamente portata da mio zio. Tornando da
scuola, un giorno (frequentavo le elementari) guardai
dentro la scatola e vi scorsi due batuffoli pelosi, uno
nero e un po' bianco, l'altro color marrone chiaro. Erano
due cuccioli, due bastardini, nati da Diana, la cagnetta di
mio zio. Con mia grande sorpresa, scoprii che potevamo
tenere uno dei due cagnetti, si trattava di decidere quale.
Io a dire il vero avrei voluto tenerli entrambi, non
sapevo decidermi tra l'uno e l'altro e mi parevano uno
più bello dell'altro. Intanto, fantasticavo sul nome che
avrei dato al cagnolino e pensai di chiamarlo Briciola:
suonava bene e mi pareva buffo. Alla fine scelsi il
cagnolino nero, che aveva delle chiazze bianche e
qualcuna marrone ma in casa lo si battezzò con un altro
nome: Lilli. Si trattava infatti di una cagnetta e da lì a
pochi giorni, siccome mio zio abitava in Friuli, Lilli
dovette salutare la mamma Diana e il fratello. Era
ancora piccina e piangeva per quella separazione,
pensavo tra me e me a come doveva sentirsi sola in
quella casa nuova, senza i suoi affetti e mi dispiaceva per
lei. Intanto i giorni passarono e Lilli si abituò un po' alla
volta alla casa e alla sua nuova famiglia, dormiva
nell'appartamento dove vivevamo io, i miei genitori, le
mie sorelle e mio fratello e per questo non mancarono
gli incidenti. La mamma allora la sgridava e Lilli correva
a rifugiarsi sotto il letto. La raggiungevo e vedevo che
era spaventata perché teneva il muso tra le zampe e si
guardava in giro con gli occhi, con aria colpevole.
Doveva capire che per i suoi bisognini sarebbe uscita tre
volte al giorno e anche a questo si abituò con il tempo.
Era una cagnolina golosa, la sua specialità preferita
erano le meringhe, tanto che ne aveva una anche per il
suo compleanno e la divorava contenta. Anch'io la
portavo fuori, d'inverno pareva diventata pazza e
correva sui prati ricoperti di neve tanto che al ritorno
bisognava asciugarla tutta mentre nelle altre stagioni,
come una talpa, scavava buche dalle quali riemergeva
con il muso e le zampe completamente marroni,
sporche di terra. Era brava a fare la guardia. Bastava che
qualcuno si avvicinasse alla porta, prima ancora di
bussare, che Lilli, sentendo i passi, iniziasse ad abbaiare
come una forsennata. Quando lo zio arrivava per
qualche giorno, Lilli poteva anche rivedere sua mamma,
Diana, e sempre si facevano grandi feste. Purtroppo
l'altro cagnetto non si vide più, perché venne rubato e di
lui non sapemmo più nulla. Lilli aveva anche un piccolo
scialle azzurro che le faceva da copertina, l'inverno, e
mia madre aveva cucito anche un cappottino che le
mettevamo quando fuori faceva molto freddo, anche se
a lei dava un po' fastidio. Vissi con lei tutta la mia
infanzia e molto di più. Fece amicizia anche, un anno
dopo, con il gatto che battezzammo Tondo e si vollero
sempre bene, quasi non fossero nemmeno cane e gatto.
Lilli visse 19 anni, perciò ha accompagnato tanta parte
della mia vita. È morta a casa, in cucina, per un blocco
renale. Ho visto quando i suoi occhi si sono spenti e
quando non ha respirato più. Allora ho pensato che un
pezzo della mia vita era morto per sempre e che non
sarebbe tornato più, è stato come perdere qualcuno di
famiglia e ancora oggi, mentre scrivo, mi pare strano che
non ci sia più. L'abbiamo sepolta in giardino, avvolta nel
suo scialle color cielo. Invece il cappotto e il guinzaglio li
abbiamo tenuti, anche se non serve niente di materiale
per ricordare qualcuno a cui si è voluto così bene.







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